Aquile di mare lasciate a morire in reti antisqualo nello stato del Nuovo Galles del Sud (Australia)
8 gennaio 2018
Ieri mattina, durante un’iispezione a una rete antisqualo al largo di Ballina, nello stato del Nuovo Galles del Sud (Australia), Sea Shepherd ha rinvenuto un’aquila di mare che si dibatteva impigliata in una rete e una manta morta sul fondale adiacente la rete nella spiaggia di Sharpes. Un’ulteriore aquila di mare è stata trovata dimenarsi in una rete davanti la spiaggia di Lighthouse.
Le autorità locali hanno informato i volontari di Sea Shepherd che gli animali sarebbero stati abbandonati al proprio destino di inevitabile morte. Né l’appaltatore delle spiagge né il Dipartimento della Pesca (Fisheries Division of the Department of Primary Industries and Regional, nota di traduzione) si sarebbero occupati della loro liberazione.
“Si tratta di un ulteriore esempio di come le barriere antisqualo nello stato del Nuovo Galles del Sud siano dei killer che decimano indiscriminatamente la nostra fauna marina. Non si tratta del primo animale non oggetto di bersaglio che abbiamo trovato” ha detto il portavoce di Sea Shepherd, Jonathan Clark, “ma nonostante l’avviso, il Dipartimento della Pesca ha affermato che non rilascerà questi animali ma li lascerà invece morire”.
Clark ha anche aggiunto: “da dicembre, abbiamo condotto la nostra imbarcazione, la Grey Nurse, alle reti di Ballina, una decina di volte e abbiamo scoperto dieci animali intrappolati e nessuno di questi era una specie di squalo bersaglio. I nostri equipaggi sono composti da molti volontari provenienti dalla comunità locale che stanno apportando una certa visibilità alla distruzione causata da queste reti.”
Clark ha inoltre affermato: “Questa barriera non è un metodo adatto a ridurre gli attacchi di squali nè apporta sicurezza alla comunità locale e ai turisti. Sea Shepherd tiene molto alla sicurezza umana e queste reti non la garantiscono. Offrono solamente un falso senso di sicurezza e nel frattempo uccidono preziosa fauna marina.”
“A Sea Shepherd è stato intimato di non interferire con le barriere antisqualo a fronte del rischio di pesanti sanzioni economiche per i volontari, anche solamente se l’intervento riguarda la liberazione di specie non bersaglio come razze o tartarughe a rischio di estinzione. Ciò nonostante resta il problema che il governo non risponda con la tempestività di cui sarebbe obbligato e quindi le reti continuano a uccidere indiscriminatamente animali marini al largo dalle nostre coste. Sea Shepherd sta chiedendo al governo: se loro non liberano questi animali perché non possiamo farlo noi?” ha detto Jonathan Clark.
“Sea Shepherd si impegna a fornire trasparenza dove non ce n’è riguardo barriere e reti antisqualo al largo di Ballina e della costa est australiana. Inoltre sta evidenziando che dal 1930, queste soluzioni non offrono nient’altro che un falso senso di sicurezza che determina lo sterminio di decine di migliaia di animali marini ogni anno. La posizione di Sea Shepherd è sostenuta dall’inchiesta del Senato sulla migrazione degli squali che evidenzia che nel 2018 non dobbiamo scegliere tra la sicurezza umana e la protezione della vita marina. Possiamo infatti sostenere entrambe grazie alle attuali alternative. I governi stanno fallendo riguardo la pubblica sicurezza se seguitano a sostenere barriere e reti antisqualo” ha detto Jeff Hansen, Coordinatore Generale di Sea Shepherd Australia.
Foto: Aquila di mare intrappolata in una barriera antisqualo a Ballina, New South Wales.
Articolo originale:
Traduzione: Eugenio Fogli
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