La storia del capodoglio Furia, intrappolata da una rete spadara illegale, in parte rimossa. La vicenda, la sua eredità e la nostra lotta per tutti gli Abitanti dei mari.
Una storia di lotta e libertà, ma a metà
La vicenda del capodoglio Furia alle isole Eolie è iniziata il 19 Luglio grazie alla segnalazione di un diportista, che per primo ha notato l’esemplare di Capodoglio femmina avvolto in gran parte da una rete da pesca.
La segnalazione ha permesso un rapido intervento della Guardia Costiera di Lipari e di Sea Shepherd Italia, grazie al vicepresidente Enrico Salierno, il primo subacqueo intervenuto per aiutare l’animale, chiamato da Muciara Diving di Roberto Carini.
L’avvistamento dell’animale ha richiamato sul posto molte altre persone, ma solo Enrico, il suo aiutante Alberto, i biologi marini Carmelo e Monica hanno proseguito l’inseguimento di Furia, nell’intento di liberarla dalla trappola che la avvolgeva.
Quasi come Siso
Fin dai primi momenti si è capito che l’animale era stato intrappolato in una rete spadara illegale. Furia ha quindi rischiato di seguire il percorso fatale che ha portato alla scomparsa del capodoglio Siso e che ha quasi ucciso un altro loro simile, Spike.
Solo l’intervento immediato ha consentito infatti che Furia non diventasse una nuova vittima delle attività illegali come Siso, il cui scheletro oggi risiede al MuMa di Milazzo grazie al lavoro del biologo Carmelo Isgrò e alla cui memoria è dedicata anche l’operazione Siso.
E ora? Una rete più forte delle reti
Mentre proseguono gli inviti a segnalare gli avvistamenti di Furia, vogliamo invitarvi a non dimenticare il capodoglio che per qualche giorno ha attirato su di sé e sul nostro mare le attenzioni di molte persone, in Italia e all’estero.
La sua Vita è ancora in serio pericolo perché un pezzo della rete derivante illegale ancora le avvolge la coda rendendo ancora più difficile la sua sopravvivenza nel suo Mare, il più sovrasfruttato al Mondo.
Anche se siamo noi ad averla aiutata, è lei ad averci donato qualcosa: la sua rabbia contro gli esseri umani che tentavano di aiutarla sarà la nostra rabbia contro chiunque utilizzi reti illegali nel suo e nel nostro Mare.
Ogni possibile azione verrà immediatamente intrapresa per combattere l’illegalità al fianco delle autorità italiane, in difesa di ogni Capodoglio e della Vita.
Abbiamo quindi deciso di intervenire con le autorità per costruire un protocollo di intervento immediato in caso di un nuovo Capodoglio imprigionato e da subito sposteremo la nostra nuova imbarcazione Conrad nell’area Eoliana, insieme al mezzo veloce Hunter.
Questa volta saremo noi la rete formata dai nostri volontari, dalle autorità, dalla scienza e da tutti i sostenitori, presenti e futuri, per uccidere l’illegalità nel Mare, scovando i criminali che si nascondono dietro al commercio illegale di Pesce Spada che sta uccidendo non solo i capodogli, ma i delfini, le balene, gli squali e le tartarughe marine.
Vuoi far parte anche tu di questa rete? Ecco cosa puoi fare per aiutarci!
(Immagine di copertina di Carmelo Isgrò)
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