Jeroen Botter, Direttore delle Partnership di Sea Shepherd Global, propone iniziative imprenditoriali innovative che possono affrontare il grave impatto della pesca da parte di reti fantasma nel Mediterraneo, tramite il riutilizzo dell’attrezzatura da pesca abbandonata e la promozione della conservazione marina.
Uno studio pubblicato nell’edizione 2022 di Aquatic Ecology ha esaminato l’enorme problema della pesca fantasma nel Mar Mediterraneo, evidenziandone il grave impatto sulla fauna marina. La pesca fantasma consiste nella cattura e uccisione involontaria di animali marini per mezzo di attrezzatura da pesca abbandonata o dispersa, come reti da posta, nasse per aragoste e dispositivi di aggregazione dei pesci (FAD). La ricerca ha analizzato 113 video di YouTube che mostrano animali marini impigliati, identificando 86 specie provenienti da 12 paesi del Mediterraneo, dove l’Italia, in particolare la Sardegna, ha registrato il numero piĂ¹ elevato di incidenti, seguita dalla Turchia. Preoccupa che 10 delle specie impigliate siano classificate come a rischio dalla IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), tra queste capodogli e squali balena, mentre i gruppi piĂ¹ colpiti risultano essere i pesci e crostacei. Questo studio non solo sottolinea l’urgente necessitĂ di intervenire per la conservazione nel Mediterraneo, ma dimostra anche l’efficacia dei social media nel documentare e sensibilizzare sull’impatto della pesca fantasma.
Parliamo un attimo di questi 113 video. Ăˆ un numero che colpisce perchĂ© irrisorio rispetto all’attenzione che le bottiglie di plastica e cannucce hanno ricevuto nell’ultimo decennio. Com’era successo per l’isola di plastica, è necessario aumentare la consapevolezza sulla devastazione dei nostri mari causati dall’attrezzatura abbandonata, problema che sta passando inosservato a molti. Le 640.000 tonnellate di attrezzatura fantasma gettate ogni anno non hanno ancora danneggiato la vostra attivitĂ o catena di fornitura… o forse sì?
L’equipaggio di Sea Shepherd testimonia in prima persona l’impatto mortale causato dall’attrezzatura fantasma sulla fauna marina nel Mediterraneo, imbattendosi regolarmente in tartarughe marine in via di estinzione impigliate in lenze di plastica, o balene che trascinano per giorni reti e boe. Operazione Siso è stata lanciata nel 2018 dopo la tragica morte di un giovane capodoglio soffocato in una rete da posta derivante vicino alle Isole Eolie, con lo stomaco pieno di plastica. Le nostre imbarcazioni che operano al largo della costa occidentale dell’Italia, la Conrad e la Sea Eagle, durante i pattugliamenti anti bracconaggio, utilizzano dei gommoni e altri strumenti per il recupero delle attrezzature da pesca illegale abbandonate. Dal 2018, i nostri volontari hanno recuperato centinaia di chilometri di lenze di plastica, reti da posta derivanti, palamiti con migliaia di ami, centinaia di dispositivi di aggregazione di pesci (FAD) e migliaia di trappole di plastica per polpi. Nel giugno 2023 i sommozzatori di Sea Shepherd hanno contribuito a rimuovere oltre 300 kg di attrezzatura fantasma da due relitti di aerei della seconda guerra mondiale al largo della costa di Brucoli, come lenze, corde, reti da posta e reti a strascico.
La fauna selvatica non è la sola ad essere danneggiata, anche le grandi navi della marina rimangono incagliate in queste reti. In meno di tre decenni, immergersi per vedere piĂ¹ pesci che plastica potrebbe diventare un ricordo del passato. Questa montagna di rifiuti sottomarini continua ad accumularsi, creando uno scompenso sul fondale oceanico e soffocando gli ecosistemi marini vulnerabili. Ăˆ tempo che l’industria intervenga per ridurre i danni su questi ambienti.Â
Sea Shepherd sa per esperienza che l’oceano è un’area senza legge. Possiamo creare aree marine protette (AMP), ma chi pattuglierĂ queste acque? Non si puĂ² fare affidamento sui nostri governi, impiegherebbero troppo tempo o potrebbero non farlo mai. Abbiamo bisogno di unire iniziative imprenditoriali e opportunitĂ . Abbiamo una risorsa preziosa da sfruttare: la plastica riciclabile.
Sebbene non possiamo riciclarci fuori da questo pasticcio, abbiamo ancora la possibilitĂ di contribuire se riutilizziamo queste reti con buonsenso. Trasformare le bottiglie in vestiti danneggia la biodiversitĂ e la nostra salute, puntiamo piuttosto a delle soluzioni reali. Il colonialismo dei rifiuti e la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) sono visti sempre piĂ¹ come problematiche di diritti umani e salute globale. Un sistema a circuito chiuso è piĂ¹ importante che mai e l’interdipendenza tra specie è ampiamente documentata.
Dal 2022 collaboriamo con iMilani per riciclare i quasi 4.000 kg di attrezzatura da pesca confiscata in contenitori di plastica utilizzati per trasportare in sicurezza le tartarughe marine ferite. E nel 2023 abbiamo lanciato il progetto Ghost Network per combattere la pesca fantasma nel Mediterraneo, collaborando con aziende per riutilizzare o riciclare gli attrezzi da pesca abbandonati raccolti durante le nostre campagne in mare o nei porti commerciali. L’iniziativa garantisce il riutilizzo al 100% dei materiali, sfruttando la blockchain per una catena di fornitura trasparente e con i proventi contribuisce all’attivitĂ di Sea Shepherd, promuovendo un’economia circolare e la conservazione marina.
Per i leader aziendali che capiscono il “buon” business e non inseguono rapidi guadagni (il cosiddetto bluewashing), ora è il momento di agire. Si attendono i colloqui sul bilancio e sulla direttiva relativa alla rendicontazione societaria di sostenibilitĂ (CSRD) nel 2025. Investire e finanziare organizzazioni come Sea Shepherd per promuovere attivitĂ commerciali rigenerative è l’unica possibilitĂ per garantire un futuro al turismo, alla navigazione, e non solo. Il valore e la continuitĂ della vostra attivitĂ dipendono dal riconoscimento e dalla ricostruzione dei nostri ecosistemi. In fondo abbiamo uno scopo comune: salvaguardare le vite, sia umane che animali.
Ricordate che un’economia circolare riserva una certa esclusivitĂ ai membri fondatori. Sea Shepherd ha bisogno di protagonisti, amplificatori e investitori per crescere, iniziando dal Mediterraneo. Ogni settore puĂ² unirsi a Ghost Network… beh, quasi.
Scoprite di piĂ¹ su come voi e la vostra azienda potete supportare il progetto Ghost Network
Jeroen Botter, Direttore delle Partnership di Sea Shepherd Global, propone iniziative imprenditoriali innovative che possono affrontare il grave impatto della pesca da parte di reti fantasma nel Mediterraneo, tramite il riutilizzo dell’attrezzatura da pesca abbandonata e la promozione della conservazione marina.
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L'equipaggio di Sea Shepherd recupera reti fantasma dal Mediterraneo. Foto Claire Foster/Sea Shepherd.
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I sommozzatori di Sea Shepherd ispezionano una rete fantasma prima di iniziare le operazioni di recupero.
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L'equipaggio di Sea Shepherd trova uno squalo morto in una rete da posta illegale. Foto Sea
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Smistamento sul ponte delle reti fantasma recuperate e di altra attrezzatura da pesca abbandonata. Foto Tamara Arenovich/Sea Shepherd.
Uno studio pubblicato nell’edizione 2022 di Aquatic Ecology ha esaminato l’enorme problema della pesca fantasma nel Mar Mediterraneo, evidenziandone il grave impatto sulla fauna marina. La pesca fantasma consiste nella cattura e uccisione involontaria di animali marini per mezzo di attrezzatura da pesca abbandonata o dispersa, come reti da posta, nasse per aragoste e dispositivi di aggregazione dei pesci (FAD). La ricerca ha analizzato 113 video di YouTube che mostrano animali marini impigliati, identificando 86 specie provenienti da 12 paesi del Mediterraneo, dove l’Italia, in particolare la Sardegna, ha registrato il numero piĂ¹ elevato di incidenti, seguita dalla Turchia. Preoccupa che 10 delle specie impigliate siano classificate come a rischio dalla IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), tra queste capodogli e squali balena, mentre i gruppi piĂ¹ colpiti risultano essere i pesci e crostacei. Questo studio non solo sottolinea l’urgente necessitĂ di intervenire per la conservazione nel Mediterraneo, ma dimostra anche l’efficacia dei social media nel documentare e sensibilizzare sull’impatto della pesca fantasma.
Parliamo un attimo di questi 113 video. Ăˆ un numero che colpisce perchĂ© irrisorio rispetto all’attenzione che le bottiglie di plastica e cannucce hanno ricevuto nell’ultimo decennio. Com’era successo per l’isola di plastica, è necessario aumentare la consapevolezza sulla devastazione dei nostri mari causati dall’attrezzatura abbandonata, problema che sta passando inosservato a molti. Le 640.000 tonnellate di attrezzatura fantasma gettate ogni anno non hanno ancora danneggiato la vostra attivitĂ o catena di fornitura… o forse sì?
L’equipaggio di Sea Shepherd testimonia in prima persona l’impatto mortale causato dall’attrezzatura fantasma sulla fauna marina nel Mediterraneo, imbattendosi regolarmente in tartarughe marine in via di estinzione impigliate in lenze di plastica, o balene che trascinano per giorni reti e boe. Operazione Siso è stata lanciata nel 2018 dopo la tragica morte di un giovane capodoglio soffocato in una rete da posta derivante vicino alle Isole Eolie, con lo stomaco pieno di plastica. Le nostre imbarcazioni che operano al largo della costa occidentale dell’Italia, la Conrad e la Sea Eagle, durante i pattugliamenti anti bracconaggio, utilizzano dei gommoni e altri strumenti per il recupero delle attrezzature da pesca illegale abbandonate. Dal 2018, i nostri volontari hanno recuperato centinaia di chilometri di lenze di plastica, reti da posta derivanti, palamiti con migliaia di ami, centinaia di dispositivi di aggregazione di pesci (FAD) e migliaia di trappole di plastica per polpi. Nel giugno 2023 i sommozzatori di Sea Shepherd hanno contribuito a rimuovere oltre 300 kg di attrezzatura fantasma da due relitti di aerei della seconda guerra mondiale al largo della costa di Brucoli, come lenze, corde, reti da posta e reti a strascico.
La fauna selvatica non è la sola ad essere danneggiata, anche le grandi navi della marina rimangono incagliate in queste reti. In meno di tre decenni, immergersi per vedere piĂ¹ pesci che plastica potrebbe diventare un ricordo del passato. Questa montagna di rifiuti sottomarini continua ad accumularsi, creando uno scompenso sul fondale oceanico e soffocando gli ecosistemi marini vulnerabili. Ăˆ tempo che l’industria intervenga per ridurre i danni su questi ambienti.Â
Sea Shepherd sa per esperienza che l’oceano è un’area senza legge. Possiamo creare aree marine protette (AMP), ma chi pattuglierĂ queste acque? Non si puĂ² fare affidamento sui nostri governi, impiegherebbero troppo tempo o potrebbero non farlo mai. Abbiamo bisogno di unire iniziative imprenditoriali e opportunitĂ . Abbiamo una risorsa preziosa da sfruttare: la plastica riciclabile.
Sebbene non possiamo riciclarci fuori da questo pasticcio, abbiamo ancora la possibilitĂ di contribuire se riutilizziamo queste reti con buonsenso. Trasformare le bottiglie in vestiti danneggia la biodiversitĂ e la nostra salute, puntiamo piuttosto a delle soluzioni reali. Il colonialismo dei rifiuti e la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) sono visti sempre piĂ¹ come problematiche di diritti umani e salute globale. Un sistema a circuito chiuso è piĂ¹ importante che mai e l’interdipendenza tra specie è ampiamente documentata.
Dal 2022 collaboriamo con iMilani per riciclare i quasi 4.000 kg di attrezzatura da pesca confiscata in contenitori di plastica utilizzati per trasportare in sicurezza le tartarughe marine ferite. E nel 2023 abbiamo lanciato il progetto Ghost Network per combattere la pesca fantasma nel Mediterraneo, collaborando con aziende per riutilizzare o riciclare gli attrezzi da pesca abbandonati raccolti durante le nostre campagne in mare o nei porti commerciali. L’iniziativa garantisce il riutilizzo al 100% dei materiali, sfruttando la blockchain per una catena di fornitura trasparente e con i proventi contribuisce all’attivitĂ di Sea Shepherd, promuovendo un’economia circolare e la conservazione marina.
Per i leader aziendali che capiscono il “buon” business e non inseguono rapidi guadagni (il cosiddetto bluewashing), ora è il momento di agire. Si attendono i colloqui sul bilancio e sulla direttiva relativa alla rendicontazione societaria di sostenibilitĂ (CSRD) nel 2025. Investire e finanziare organizzazioni come Sea Shepherd per promuovere attivitĂ commerciali rigenerative è l’unica possibilitĂ per garantire un futuro al turismo, alla navigazione, e non solo. Il valore e la continuitĂ della vostra attivitĂ dipendono dal riconoscimento e dalla ricostruzione dei nostri ecosistemi. In fondo abbiamo uno scopo comune: salvaguardare le vite, sia umane che animali.
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