Il futuro dei nostri oceani è in bilico, mentre i membri della Convenzione per la protezione delle risorse marine viventi in Antartide (CCAMLR) si preparano all’incontro a Seul, nella Corea del Sud, alla fine di questo mese per un simposio volto ad affrontare lo stallo sulla proposta volta a istituire un Area Marina Protetta (AMP) della Penisola Antartica. Programmato prima del 43° incontro ufficiale della CCAMLR che si terrà in ottobre a Hobart, in Australia, questo incontro speciale potrebbe rappresentare il punto di svolta per superare finalmente le obiezioni che impediscono la creazione di questa AMP. Ecco perché questo potrebbe rappresentare una svolta per il futuro della Penisola Antartica e quindi del nostro pianeta.

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Ghiacciaio nel Canale Antarico. Foto Franziska Paukert/Sea Shepherd

Perché le AMP sono così importanti in Antartide?

L’Antartide è uno degli ecosistemi più incontaminati e preziosi della Terra, ospita 10.000 specie diverse e svolge un ruolo fondamentale nella regolazione del clima terrestre (leggi di più).

Le AMP possono proteggere un’ampia gamma di habitat e specie, in particolare quelle a rischio a causa dei cambiamenti climatici, riducendo le attività antropiche come pesca e turismo. L’Antartide potrebbe essere il laboratorio naturale più importante del mondo, offrendo preziose informazioni sui cambiamenti climatici, sulla biologia marina e sulle dinamiche degli ecosistemi. Le AMP forniscono aree indisturbate dove gli scienziati possono studiare questi processi, aiutandoci a comprendere e mitigare il riscaldamento globale. Le AMP rafforzano inoltre la resilienza degli ecosistemi marini consentendo loro di adattarsi a condizioni mutevoli. Questa resilienza è fondamentale per sostenere la biodiversità e mantenere il sequestro del carbonio.

Costituiti nel 1982 come parte del Trattato Antartico per proteggere l’Oceano Antartico e gestirne le risorse, i 27 stati membri della CCAMLR stabiliscono quali aree dell’Antartide possono essere oggetto di pesca commerciale e le quote di pesca per ciascuna specie, come il moro oceanico o il krill. Decidono inoltre sull’opportunità della creazione di zone di riserva esclusiva o di Aree Marine Protette.

La Convenzione ha già creato due AMP in Antartide, quella delle isole Orcadi Meridionali di 36.000 miglia quadrate nel 2009 e quella del Mare di Ross di 430.000 miglia quadrate nel 2016, la più grande area protetta del mondo. Tuttavia, gli scienziati ritengono che una rete di AMP sia necessaria nell’Oceano Antartico non solo per proteggere la fauna residente nella regione come krill, balene, foche e pinguini, ma anche per adempiere all’impegno preso in occasione della XV Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, di trasformare il 30% degli oceani della Terra in aree protette entro il 2030.

L’area marina protetta della Penisola Antartica, ufficialmente conosciuta come Dominio1 AMP (D1MPA), comprende 670.000 chilometri quadrati della Penisola Antartica occidentale e delle Antille Australi. È stata proposta per la prima volta al comitato scientifico della CCAMLR nel 2017 dagli stati membri Argentina e Cile per proteggere gli habitat e le specie caratteristiche della regione, in particolare in risposta alle crescenti pressioni derivanti dai cambiamenti climatici, dalla pesca del krill e da altre attività umane.

Sebbene la D1MPA goda di un forte sostegno da parte della comunità internazionale, tutte le decisioni della CCAMLR devono essere prese per consenso. Gli Stati membri Russia e Cina hanno bocciato ogni anno la proposta, preoccupati delle restrizioni sui diritti di pesca commerciale, in particolare riguardo il krill, sostenendo che le prove scientifiche non siano sufficienti per giustificare l’istituzione delle AMP proposte.

Il prossimo simposio per l’armonizzazione, che si terrà dal 16 al 24 luglio, rappresenta un’importante opportunità per i membri di trovare un terreno comune in vista del XLIII incontro annuale della CCAMLR che si terrà a Hobart, in Australia, questo ottobre.

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Megattere in migrazione dall’Antartide all’Australia. Foto Youenn Kerdavid/Sea Shepherd

La necessità dell’AMP della Penisola Antartica

La Penisola Antartica, in particolare il Dominio 1 proposto, è un’area critica che richiede protezione considerato il ruolo ecologico e l’unicità del suo ambiente.

Fulcro della biodiversità: la Penisola Antartica e le Antille Australi ospitano specie chiave come krill, pesci, uccelli marini, balene e foche. L’AMP proposta copre 670.000 chilometri quadrati di ecosistemi estremamente vulnerabili. 

Habitat del krill: il krill è alla base della rete alimentare antartica e funge da fonte di cibo primaria per molti animali marini tra cui pinguini, foche e balene. Il krill consuma anche fitoplancton e alghe superficiali, sequestrando il carbonio nelle profondità oceaniche, crea così uno dei più grandi depositi di carbonio del pianeta rimuovendo 23 milioni di tonnellate di carbonio ogni anno. L’AMP proposta mira a proteggere gli habitat critici del krill, garantendo la stabilità dell’intero ecosistema. Leggi di più sul perché il krill è così importante.

Impatto dei cambiamenti climatici: la Penisola Antartica sta vivendo un rapido innalzamento delle temperature, che porta alla riduzione dei ghiacci e al riscaldamento degli oceani. Questi cambiamenti hanno un impatto negativo sulle popolazioni di krill che vivono sotto le calotte ma anche sui tassi di natalità e sulla sopravvivenza delle colonie di pinguini.

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Peschereccio industriale di krill in Antartide. Foto Youenn Kerdavid/Sea Shepherd

Perché l’Antartide non può aspettare un altro anno

Il 18 marzo 2022, gli scienziati della stazione di ricerca Concordia nell’Antartide orientale hanno registrato un aumento della temperatura di 38,5°C al di sopra della media stagionale, il più grande sbalzo mai documentato in un centro meteorologico (leggi di più). L’Antartide, una volta ritenuto troppo freddo per essere influenzato dal riscaldamento globale, sta ora subendo un rapido scioglimento dei ghiacci, la perdita dei ghiacci marini e minacce ecologiche come la distruzione delle popolazioni di krill e dei pinguini imperatori. Il riscaldamento degli oceani e la loro acidificazione e il continuo sfruttamento della fauna marina per fini commerciali potrebbero avere conseguenze disastrose sull’intero ecosistema antartico, è quindi necessario istituire urgentemente l’area marina protetta della Penisola Antartica.

Le popolazioni di pinguini sono già in sofferenza a causa del cambiamento climatico, tuttavia i pescherecci industriali per il krill pescano nelle stesse acque in cui si nutrono i pinguini. Uno studio del 2018 svolto insieme allo scienziato a capo della delegazione statunitense della CCAMLR ha evidenziato che il cambiamento climatico potrebbe ridurre le dimensioni del krill fino al 40% in alcune aree del Mar di Scotia in Antartide, con un conseguente calo del 30% nelle popolazioni di pinguini.

Sebbene la CCAMLR abbia stabilito dei “limiti precauzionali” negli anni ’90 per prevenire la sovra pesca del krill, molti scienziati ritengono che queste quote siano obsolete (l’ultima indagine risale al 2006) e non tengano adeguatamente conto degli effetti del cambiamento climatico e dei progressi tecnologici della flotta per la pesca del krill.

Poiché negli ultimi dieci anni la domanda di integratori di Omega-3 a base di krill e mangimi per il salmone d’allevamento a base di farina di krill è esplosa in un’industria multimilionaria in rapida crescita, i pescherecci industriali hanno sviluppato metodi di pesca più “efficienti”, come enormi pompe subacquee che aspirano quantità enormi di krill.

I nostri incontri con queste flotte vicino alle Isole Orcadi Meridionali nel marzo 2023 hanno rivelato che questi enormi superpescherecci trascinavano le loro gigantesche reti proprio nel mezzo di un branco di oltre 100 balenottere comuni, rubando letteralmente il krill dalle loro bocche (qui il report esclusivo).

Nel 2021 gli scienziati di Stanford avevano già concluso che non c’è più abbastanza krill nell’Oceano Antartico per sostenere il recupero delle popolazioni di balene ai numeri noti prima dell’era della caccia alle balene, anche senza la pesca del krill. Le megattere e i loro piccoli dipendono dal krill antartico al termine della loro estenuante migrazione di andata e ritorno lungo la costa australiana. Eppure il tasso di estrazione dell’industria della pesca del krill equivale all’apporto alimentare quotidiano di circa 150 megattere.

Con i pescherecci e la fauna marina concentrati nelle stesse acque antartiche dell’AMP proposta, sono inevitabili i decessi dovuti alle catture accessorie e alle reti fantasma. Dal 2022 almeno quattro megattere sono state uccise dopo essere state catturate per errore nelle reti da pesca da krill. Il mese scorso i soccorritori hanno liberato una megattera di 18 metri al largo della costa australiana, impigliata in oltre 800 chili di lenze e boe da pesca trascinate fin dall’Antartide. (leggi l’articolo).

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Pinguini che cacciano il krill accanto ad un peschereccio industriale in Antartide. Foto Youenn Kerdavid/Sea Shepherd

È ora che la CCAMLR agisca

Lo scorso ottobre, la 42a assemblea della CCAMLR ha votato contro l’aumento delle quote di krill dell’Antartide per quest’anno (leggi di più). Sebbene si tratti di una grande vittoria, riteniamo che sia necessaria una quota di cattura pari a zero per garantire una solida e duratura protezione dell’Antartide.

Confidiamo che al simposio per l’armonizzazione di luglio, i delegati ascolteranno gli scienziati, gli ambientalisti e i cittadini del mondo che chiedono più aree marine protette. L’AMP della Penisola Antartica, fondamentale per preservare la biodiversità marina, offrirebbe un rifugio a varie specie, proteggendole dallo sfruttamento eccessivo e aiutando a mitigare gli impatti di un clima in rapido cambiamento.

Come puoi aiutare

Unisciti alla nostra campagna di marketing: partecipa alla nostra iniziativa di denuncia e lotta contro le aziende che stanno dietro allo sfruttamento del krill. Inviando al nostro database centrale le foto dei prodotti a base di krill nei supermercati e nelle farmacie locali, fornisci dati fondamentali che aiuteranno a identificare le aziende a cui mirare nella nostra campagna.

Spargi la voce: ora che la CCAMLR si prepara a riunirsi, la tua voce è fondamentale per sollecitare la creazione dell’Area Marina Protetta della Penisola Antartica. Condividi questo messaggio con i tuoi amici e familiari per informare sull’impatto devastante della pesca del krill sull’ecosistema antartico e sull’urgente necessità di proteggerlo. La pressione pubblica si è dimostrata efficace nell’influenzare le decisioni politiche: insieme, possiamo spingere per misure di conservazione più efficaci.

Riduci la domanda: evitando integratori, mangimi per l’acquacoltura, cibo per animali domestici e cosmetici a base di krill, non solo proteggi la principale fonte di cibo delle balene, pinguini e foche in Antartide, ma aiuti anche a mitigare il cambiamento climatico preservando uno dei più grandi serbatoi di carbonio del pianeta.

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