Per il secondo anno di fila, non ci saranno balene cacciate nelle acque islandesi. Mentre le misure di distanziamento fisico per il Covid-19 influenzerebbero le operazioni alla stazione baleniera della Hvalur-hf a Hvalfjörður, ci sono anche molte altre difficoltà che impediscono alle compagnie baleniere di massacrare le balene.
Dopo che la compagnia baleniera ‘Hvalur hf’ uccise 155 balenottere nel 2015, il Giappone migliorò i protocolli dei propri test. I nuovi standard sulla carne di balena importata dall’estero, causarono importanti problemi in quanto la carne della Hvalur-hf non superò i test del Ministero della Salute Giapponese, ponendo efficacemente fine alla caccia alle balene per altri tre anni.
Superando apparentemente i problemi riguardanti l’importo di carne di balena del 2015, Kristjan Loftsson amministratore delegato della Hvalur hf, riprese la caccia alle balene nel 2018 avendo però l’intera stagione di caccia documentata dalla crew inglese di Sea Shepherd durante Operazione Mjölnir. Come dimostrato da Sea Shepherd, le due baleniere della compagnia Hvalur 8 e Hvalur 9 hanno ucciso 144 balenottere comuni in pericolo d’estinzione (comprese 21 femmine in gravidanza) e due rari ibridi tra balenottera azzurra e comune. Prove fotografiche e video raccolte durante Operazione Mjolnir sono state successivamente usate per indagini da parte delle autorità locali sulla Hvalur-hf (che affronta indagini ancora in corso su diverse violazioni legali in Islanda) che hanno creato grandi ostacoli alle loro operazioni di caccia – indipendentemente dalla pandemia di COVID-19 o dal calo delle richieste di carne di balena sia in Islanda che in Giappone.
Kristjan Loftsson ha anche riconosciuto la mancanza di un mercato redditizio per la carne ora che il Giappone, il solo importatore di prodotti di balenottera dall’Islanda e responsabile di oltre il 95% del potenziale mercato della Hvalur hf, ha iniziato una ridotta operazione commerciale di caccia alle balene sovvenzionata dal governo nelle proprie acque territoriali, dopo aver finalmente terminato la annuale caccia nel Santuario delle Balene dell’Oceano Meridionale e aver lasciato la Commissione Internazionale per la Caccia alle Balene (IWC). Con il sovvenzionamento dei contribuenti giapponesi per le operazioni di caccia alle balene in Giappone (anch’esse in fallimento), l’attenzione è posta sul tentare di trovare un mercato per i prodotti delle proprie flotte baleniere, che lascia la Hvalur-hf incapace di competere e realizzare un profitto.
“Credo che ormai sia finita per il più noto cacciatore di balene al mondo Kristjan Loftsson e la sua compagnia Hvalur-hf. Ora è il momento per Loftsson di appendere i suoi arpioni al muro e per l’Islanda di diventare una nazione che promuova un etico whale-whatching” dichiara Rob Read, direttore operativo di Sea Shepherd UK e coordinatore di Operazione Mjölnir.
L’altra compagnia baleniera islandese ‘IP-Utgerd’ ha ucciso solo sei balenottere minori nel 2018 e ha apparentemente sofferto ricorrenti problemi meccanici delle proprie navi, il che ha portato a una dichiarazione dalla compagnia su come la caccia alle balenottere minori non fosse più economicamente sostenibile. La causa di questo è stata attribuita all’espansione del santuario islandese per le balene nella baia di Faxaflói nell’Islanda occidentale, che ha spinto le balenottere minori più al largo. Questo mese, il consigliere delegato della compagnia Gunner Bergmann è stato citato da AFP dichiarando finalmente, “Non caccerò mai più balene, mi sto fermando per sempre.”
Nonostante le balenottere comuni fossero principalmente cacciate per esportazione, con 1500 tonnellate inviate al Giappone nel 2015 e di nuovo nel 2018 – le balenottere minori sono state cacciate in numeri minori anche per il mercato domestico in diminuzione. In accordo con un sondaggio fatto dal Fondo Internazionale per la Protezione degli Animali (IFAW) e dal Capacent Gallup, solo il 3.2% della popolazione islandese mangia regolarmente (sei volte l’anno o più) carne di balena e ancor meno (1.7%) mangia carne di balena almeno una volta al mese. Molto del consumo locale proveniva da turisti curiosi, ma anche questo si è ridotto a causa della popolarità dell’osservazione delle balene e della iniziativa locale “Venite a conoscerci, non a mangiarci” per educare i turisti riguardo la caccia alle balene in Islanda e promuovere i ristoranti senza carne di balena nel paese.
La stagione del 2020 sarà il secondo anno dal 2002 in cui nessuna balena verrà massacrata nelle acque islandesi da quando il paese ha deciso di riprendere la caccia alle balene nel 2003 in opposizione alla moratoria del 1986 della Commissione Internazionale per la Caccia alle Balene (IWC).
LEGGI DI PIÙ nelle pagine della campagna di Sea Shepherd UK Operation Mjölnir:
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