13 dicembre 2017

Commento a cura di Allyson Jennings – Coordinatore di Operazione Apex Harmony Nuovo Galles del Sud:

Martedì 12 dicembre, i volontari di Operazione Apex Harmony si trovavano in acqua al largo di Seven Mile Beach a Lennox Head per documentare e fare riprese, quando si sono imbattuti in uno squalo bruno di un metro e mezzo, morto da non molto, impigliato in una rete. Gli squali bruni sono squali timidi e si allontanano quando ci si avvicina loro.

Alcuni sostengono che, non essendoci stati incidenti con squali da quando sono state adottate le reti, le stesse funzionino. Ma la correlazione non implica causalità. Ci sono stati periodi in cui non si sono verificati incidenti con squali nella regione di Ballina anche prima che venissero installate le reti anti-squalo.
Una rete di 150 metri è stata installata a Seven Mile Beach, che è lunga otto chilometri e mezzo. Come può una rete di 150 metri proteggere adeguatamente una spiaggia lunga otto chilometri e mezzo? Non può.

Il piccolo squalo è morto inutilmente in una rete che non fornisce altro che un falso senso di sicurezza per i bagnanti. Lo squalo era diventato anche cibo gratuito a disposizione degli squali di passaggio. Come può essere questa un’efficace misura di sicurezza pubblica?

Il Comitato di Inchiesta del Senato del Governo Australiano ha pubblicato ieri il suo rapporto finale sulla mitigazione e i deterrenti per gli squali. La sua prima raccomandazione è quella di eliminare gradualmente le reti anti-squalo e di sostituirle con alternative non-letali. Noi siamo d’accordo e così deve essere. È ora di smettere di fare politica su questa questione.

Il presidente della Commissione del Senato, Peter Whish-Wilson, ha inoltre affermato: “Non abbiamo avuto alcuna prova che le reti anti-squalo eliminino o riducano materialmente il rischio di morsi di squalo. Recentemente un attacco si è verificato sulla Costa Centrale in una spiaggia dotata di rete e gli attacchi sono più legati all’assenza di pattuglie salva-vita che alla presenza di reti “.

I dati dell’ultima verifica sulle reti mostrano inequivocabilmente che si è trattato di un fallimento. 275 animali catturati dei quali solo 9 erano squali bersaglio. Solo il 47% degli animali catturati sono stati rilasciati vivi. Sono state catturate anche specie minacciate e in via di estinzione come squali martello, squali toro e tartarughe.

Dopo il primo periodo di prova, solo il 33% della comunità locale era favorevole. Oltre il 65% riteneva inaccettabile la cattura accidentale. Sono stati spesi 1.048.065 dollari in 6 mesi per la verifica delle reti. Verifica che è un vero e proprio spreco di denaro dei contribuenti per fornire alla comunità locale l’illusione della sicurezza dell’oceano che in realtà uccide la vita marina.

In confronto, il Programma di cattura degli squali del Nuovo Galles del Sud mediante 51 postazioni di reti (Shark Meshing Program) costa circa 6 milioni di dollari per 5 anni.

Le comunità locali nella regione di Ballina meritano soluzioni migliori non-letali per la sicurezza oceanica rispetto alla soluzione temporanea delle reti anti-squalo. La nostra vita marina merita di continuare a esistere e arricchire i nostri oceani senza il rischio di morire lentamente per strangolamento. Non dobbiamo scegliere tra l’uno o l’altro, possiamo avere entrambi.

 

Squalo Bruno impigliato ad una rete nel Galles del Sud

Squalo Bruno impigliato ad una rete nel Galles del Sud

Traduzione a cura di Francesca Capretti.

Articolo originale: http://www.seashepherd.org.au/news-and-commentary/commentary/the-nets-of-north-coast-nsw-are-nothing-but-a-band-aid-solution-for-ocean-safety.html

 

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