Un capodoglio femmina è stata rinvenuta deceduta in Sardegna; la plastica è la causa diretta del suo decesso. Ecco il commento di Andrea Morello, presidente di Sea Shepherd Italia.
“Se questo Capodoglio femmina avesse incontrato nella sua Vita il Capodoglio SISO morto per una rete derivante nelle Isole Eolie? Allora potremmo aver definitivamente sterminato un’intera famiglia e il suo futuro. Questo ci deve rendere responsabili delle nostre prossime azioni: se le nostre azioni porteranno all’estinzione la popolazione di Capodogli nel Mare Mediterraneo le nostre stesse azioni porteranno anche all’estinzione la nostra specie.
Chiunque abbia usato reti da pesca senza recuperarle, abbia gettato sacchetti di plastica o mozziconi a terra, non abbia raccolto la plastica negli appositi contenitori per lo smaltimento o peggio direttamente nel Mare ne è responsabile. Ogni azione ha una reazione, la nostra reazione è immediata: triplichiamo le pulizie delle spiagge proprio nella zona dove mi piace pensare possa essere nato l’amore con SISO e poi aver portato in grembo il suo cucciolo che potremmo chiamare “Pelagia” la figlia del Mare, che uccideremo se non cambiamo tutti insieme adesso. Se non ora quando? Se non noi chi lo farà? Aiutateci nella difesa del Mare e del futuro dei figli dei Capodogli, dei Delfini, delle Tartarughe e degli Umani. Sea Shepherd nei propri eventi e nelle proprie Navi non utilizza plastica monouso tantomeno plastica che non arrivi dal riutilizzo.”
Andrea Morello, presidente di Sea Shepherd Italia
Uccisa dalla plastica
I veterinari dell’Istituto Zooprofilattico di Sassari e della facoltà veterinaria di Padova che hanno effettuato la necroscopia del capodoglio arenatosi nei giorni scorsi nella spiaggia di Cala Romantica a Porto Cervo, in Sardegna, sono rimasti allibiti nel trovare così tanta plastica (22 kg) all’interno del suo stomaco.
Reti, lenze, piatti monouso, un tubo corrugato usato per gli impianti elettrici, sacchetti per la spesa, sacchi condominiali, il contenitore di un detersivo e numerosi altri rifiuti di plastica abbandonati in mare hanno riempito per due terzi lo stomaco del cetaceo che, non riuscendo più a ingerire cibo non ha potuto nutrirsi fino ad arrivare alla morte, dolorosa e atroce.
L’esemplare, una femmina di quasi otto metri, era incinta. Il feto, lungo 2,40 metri circa, è stato trovato dai veterinari già in stato di decomposizione.
Vite usa e getta
Il video di Sea Me Sardinia dal luogo in cui è stata effettuata la necroscopia.
La morte del capodoglio ha scosso l’opinione pubblica, anche il Ministro dell’Ambiente Costa è intervenuto sulla vicenda: “Abbiamo usato in un modo spensierato la “comodità” dell’usa-e-getta in questi anni ed oggi ne stiamo pagando le conseguenze, anzi le stanno pagando soprattutto gli animali. Dal 2021 si comincerà a VIETARE l’uso e il commercio dell’usa-e-getta in plastica. La direttiva europea che lo stabilisce è stata approvata e vi prometto che l’Italia sarà uno dei primi Paesi a recepirla e metterla in atto.”
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Foto: Sea Me Sardinia Onlus
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Foto: Sea Me Sardinia Onlus
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Foto: Sea Me Sardinia Onlus
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Foto: Sea Me Sardinia Onlus
Un capodoglio femmina è stata rinvenuta deceduta in Sardegna; la plastica è la causa diretta del suo decesso. Ecco il commento di Andrea Morello, presidente di Sea Shepherd Italia.
“Se questo Capodoglio femmina avesse incontrato nella sua Vita il Capodoglio SISO morto per una rete derivante nelle Isole Eolie? Allora potremmo aver definitivamente sterminato un’intera famiglia e il suo futuro. Questo ci deve rendere responsabili delle nostre prossime azioni: se le nostre azioni porteranno all’estinzione la popolazione di Capodogli nel Mare Mediterraneo le nostre stesse azioni porteranno anche all’estinzione la nostra specie.
Chiunque abbia usato reti da pesca senza recuperarle, abbia gettato sacchetti di plastica o mozziconi a terra, non abbia raccolto la plastica negli appositi contenitori per lo smaltimento o peggio direttamente nel Mare ne è responsabile. Ogni azione ha una reazione, la nostra reazione è immediata: triplichiamo le pulizie delle spiagge proprio nella zona dove mi piace pensare possa essere nato l’amore con SISO e poi aver portato in grembo il suo cucciolo che potremmo chiamare “Pelagia” la figlia del Mare, che uccideremo se non cambiamo tutti insieme adesso. Se non ora quando? Se non noi chi lo farà? Aiutateci nella difesa del Mare e del futuro dei figli dei Capodogli, dei Delfini, delle Tartarughe e degli Umani. Sea Shepherd nei propri eventi e nelle proprie Navi non utilizza plastica monouso tantomeno plastica che non arrivi dal riutilizzo.”
Andrea Morello, presidente di Sea Shepherd Italia
Uccisa dalla plastica
I veterinari dell’Istituto Zooprofilattico di Sassari e della facoltà veterinaria di Padova che hanno effettuato la necroscopia del capodoglio arenatosi nei giorni scorsi nella spiaggia di Cala Romantica a Porto Cervo, in Sardegna, sono rimasti allibiti nel trovare così tanta plastica (22 kg) all’interno del suo stomaco.
Reti, lenze, piatti monouso, un tubo corrugato usato per gli impianti elettrici, sacchetti per la spesa, sacchi condominiali, il contenitore di un detersivo e numerosi altri rifiuti di plastica abbandonati in mare hanno riempito per due terzi lo stomaco del cetaceo che, non riuscendo più a ingerire cibo non ha potuto nutrirsi fino ad arrivare alla morte, dolorosa e atroce.
L’esemplare, una femmina di quasi otto metri, era incinta. Il feto, lungo 2,40 metri circa, è stato trovato dai veterinari già in stato di decomposizione.
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