Nel Maggio 2015, Sea Shepherd aveva avvisato la polizia nella Repubblica di Capo Verde della presenza di due pescherecci illegali nascosti nel porto, figuranti nella lista nera e ricercati dall’Interpol.
La Polizia Giudiziaria di Capo Verde ha sottoposto a fermo le imbarcazioni, mentre gli sforzi internazionali continuano a trattenerle a terra da allora.
Le due navi, formalmente conosciute con i nomi Yongding e Songhua, sono storicamente collegate al famigerato Vidal Armadores, sindacato di bracconaggio del merluzzo, e hanno cercato più volte di cambiare i loro nomi e registri in sfortunati tentativi di sfuggire alla detenzione nel porto di Mindelo.
Recenti indagini da parte dell’equipaggio a bordo della nave di Sea Shepherd, Sam Simon, mostrano che l’ultimo tentativo dei bracconieri di merluzzo di depistare le autorità di contrasto, ribattezzando la Songhua con il nuovo nome Pesca Cisne 2 e tentando di contrassegnarla con bandiera Cilena, è fallito.
L’imbarcazione, formalmente conosciuta con il nome Songhua, resta detenuta a Mindelo, con il nome Pesca Cisne 2, ora dipinto in colori sbiaditi e con nessun segno di rimpiazzo dello stesso. Sea Shepherd è preoccupata che il precedente proprietario, Vidal Armadores, possa aver venduto la nave a un’altra figura centrale del bracconaggio del merluzzo, Florindo Gonzalez, la persona a cui apparteneva la Thunder, una nave bracconiera che affondò dopo 110 giorni di inseguimento da parte delle navi di Sea Shepherd.
Anche la Yongding, ora rinominata Atlantic Wind, rimane in arresto dopo aver fallito nel tentativo di ottenere la bandiera della Tanzania. Fin dal momento della detenzione, le due imbarcazioni hanno alternato le bandiere di Sierra Leone, Tanzania – e c’è stato un tentativo anche con il Cile – tutte senza successo.
“L’ininterrotta detenzione delle navi conosciute come Yongding e Songhua, è il risultato della continua vigilanza di Sea Shepherd, Oceana, Interpol’s Project Scale, le autorità di contrasto di Capo Verde e altre organizzazioni e agenzie internazionali, assicurando che i tentativi dei bracconieri di trasferire le navi sotto nuovi nomi – o passare da una bandiera all’altra- vengano affrontati con intervento immediato. Il successo di Operation Icefish, che iniziò con l’affondamento della famosa Thunder, continua con la detenzione in porto da tre anni e mezzo di queste due imbarcazioni”, commenta Peter Hammarstedt, Direttore delle Campagne per Sea Shepherd Global.
Leggi di più su Operazione Icefish: https://www.seashepherd.it/campagna-icefish/
Traduzione a cura di Michela Strippoli
Foto di Emanuela Giurano/ Sea Shepherd
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