Nell’ambito di Operazione Bloody Fjords, la campagna in corso per porre fine al massacro di globicefali e altri delfini nelle danesi Isole Faroe, Sea Shepherd ha coordinato dieci settimane di pattugliamenti sotto copertura da terra, nei mesi da luglio a inizio settembre di quest’anno. Stiamo ora pubblicando i racconti personali di sei di queste squadre di volontari e le immagini che hanno raccolto.

Di seguito il racconto della Squadra 5, per favore leggete e condividete!

La Squadra 5, con base a Saltangará, ha assistito alla battuta di caccia di Funningsfjordur del 5 agosto 2017 (133 lagenorinchi acuti uccisi) e alla battuta di caccia di Hvannasund del 6 agosto 2017 (39 globicefali e 1 lagenorinco acuto uccisi).

“Alle 21 della sera del 5 agosto sono iniziate a comparire sui siti web nazionali notizie di due battute di caccia, una a Funningsfjord che segnalava un branco di 100 delfini e l’altra riguardante un branco di globicefali spinto verso Hvannasund.
Il branco di delfini era stato spinto rapidamente nella baia della morte di Funningsfjord e tutta la famiglia era stata massacrata in pochi minuti dall’annuncio della Grind sui siti dei notiziari nazionali. La notizia che il branco era stato massacrato ci aveva raggiunto mentre ci avvicinavamo. Mentre guidavamo verso la baia, abbiamo incrociato più di 20 auto che stavano lasciando l’area; molte sembravano avere a bordo intere famiglie.

Avvicinandoci alla baia stessa abbiamo potuto vedere molte persone ancora riunite sulla costiera che guardavano giù verso la baia ridendo e scherzando tra di loro; i bambini correvano e giocavano in mezzo all’erba. Appena raggiunti i gruppi abbiamo iniziato a vedere la scena cruenta sottostante. Il mare era già diventato rosso con il sangue degli oltre 100 delfini che erano stati uccisi.

I pensieri sono immediatamente andati al distacco tra l’immagine delle persone che ridevano, dei bambini che giocavano e la scena barbara davanti a noi in riva al mare. Gran parte del branco era ancora sulla spiaggia, il sangue sgorgava dalle ferite mortali, un delfino aveva una ferita così profonda che quasi aveva tagliato completamente la testa, i genitori accompagnavano i loro bambini in basso per vedere i corpi da vicino, uno di loro addirittura ha sollevato il ragazzo perché si sedesse sul corpo di un delfino mentre veniva fotografato. La totale mancanza di empatia per le vite appena brutalmente strappate era chiara, così come la visione di quanto le
generazioni future siano già esposte a questo atto brutale.

Piccole imbarcazioni stavano ancora allontanandosi dalla baia per tornare al porto vicino; osservandole potevamo vedere che alcune avevano delfini a bordo, altre corpi senza vita legati al lato dello scafo. Contemporaneamente si potevano vedere coloro che erano a bordo fissare i pali di metallo sul lato delle barche. Pali che poco prima erano stati utilizzati per creare un muro di suono per guidare il branco nella baia in uno stato di paura.

Al porto abbiamo potuto notare che i delfini che vi erano già stati trasportati non erano stati immediatamente trasferiti a terra ma, fila dopo fila, erano stati legati alla banchina, in attesa di essere sollevati dall’acqua. Mentre osservavamo e scattavamo foto dell’orrore davanti a noi, il suono di metallo su metallo ha iniziato a crescere in volume e intensità; guardando verso il fiordo abbiamo potuto vedere che un altro branco era stato avvistato e veniva spinto verso la baia. Piccolo di numero, il branco stava combattendo per sfuggire alle barche. La lotta è continuata solo per pochi minuti (ma la baia si spinge lontano nell’entroterra quindi sarebbe durata molto più a lungo), poi le barche si sono allontanate e appena la luce ha iniziato a calare il branco è fuggito.

Nel porto aveva cominciato a formarsi un gruppo vicino ai delfini legati, essendo tradizione della grind che i presenti si registrino con il Grindmaster per assicurarsi la loro “skinn” (termine che si riferisce alla quota di carne che la famiglia riceverà).

Noi siamo rimasti a guardare come corpo dopo corpo i delfini venivano tirati fuori dall’acqua. Inizialmente venivano semplicemente tirati fuori e abbandonati mentre ne venivano estratti altri. Era chiaro che per coloro che erano coinvolti si trattasse di un evento divertente. Ascoltando e parlando con i gruppetti siamo rimasti allibiti nel sentire la gente fare riferimento al crudele massacro come a qualcosa di divertente.
A volte sembrava esserci confusione e mancanza di un piano su come trattare i delfini, cosa che è parsa insolita dato che le persone coinvolte attivamente sono esperte e certificate per poter partecipare. I corpi sono stati trascinati per essere allineati, poi spostati nuovamente quando è diventato chiaro che ci fossero altri delfini ancora in acqua. Sembrava che in realtà non sapessero quanti ne avessero appena massacrati (e così doveva essere dato che poi il numero finale non è stato annunciato per molti giorni).

Delle numerose azioni crudeli viste a Funningsfjord, l’immagine di pinne dorsali rimosse e date a bambini per correre a giocarci sul molo tra i corpi di oltre 100 delfini sarà fra quelle che rimarranno indelebili; così come vedere un piccolo di delfino, lungo non più di 30/50 centimetri, che veniva portato via di fretta dalla banchina e nascosto/custodito in una cassa lontano dai presenti e lontano dal luogo del conteggio ufficiale. Madri, neonati e piccoli; nessuno viene risparmiato dal massacro, ma alcuni sono stati chiaramente esclusi dal conteggio ufficiale.
A calare delle tenebre, tale era il livello di confusione sul numero finale che i subacquei sono stati mandati in ricerca in acqua, cosa insolita vista l’ora e il livello di luce. Quando abbiamo lasciato il porto c’erano 107 delfini, nonostante la cifra finale annunciata fosse di 133. Strano che i partecipanti addestrati/certificati avessero perso 26 corpi che i subacquei hanno dovuto cercare di individuare.

Gli abitanti del luogo erano chiaramente preoccupati della presenza di Sea Shepherd, poiché hanno chiesto ai visi sconosciuti se ne facessero parte. Tale è l’impatto di Sea Shepherd. Anche quando non viene annunciata una campagna attiva e nessuna barca è all’orizzonte i feringi sono comunque consapevoli dell’impatto di Sea Shepherd.

La mattina del 6 agosto ci siamo recati a Klaksvik dopo che ci era stato comunicato che durante la mattinata i globicefali uccisi la sera precedente sarebbero stati macellati e la loro carne distribuita ai partecipanti alla grind.

Mentre ci avvicinavamo al porto alle 7 del mattino il branco era chiaramente visibile sulle banchine, con un gruppo di persone già riunito. Come accade solitamente dopo una macellazione il grindmaster responsabile dell’assegnazione della carne. stava parlando con i presenti attraverso un microfono.

Mentre tutto ciò accadeva ci siamo avvicinati ai delfini brutalmente uccisi la sera prima. Il vapore saliva dai loro corpi, ancora caldi nonostante fossero stati uccisi parecchie ore prima. I numeri erano già stati scolpiti nelle teste dei globicefali, per identificare il numero di skinn che potevano essere ricavati da ciascuno dei corpi.

Appena il Grindmaster chiamava i nomi, le persone avanzavano per ritirare i documenti, confermando la loro quota assegnata di globicefalo. Un numero di partecipanti certificati bevevano alcolici mentre tenevano in mano i grandi coltelli affilati pronti a cominciare la macellazione, dimostrando che tutto questo ha poco a che fare con la tradizione e più con uno sport sanguinario della comunità.

I partecipanti alla grind di Hvannasund sono chiaramente molto più esperti, avendo già portato a termine un certo numero di grind nel 2017; la velocità con la quale hanno portato a termine il processo di macellazione ha dimostrato efficienza incredibile. Al globicefalo è stata prima rimossa la pelle e lo strato esterno della pelle e del grasso, utilizzati come superficie su cui posare la carne tagliata, senza troppe cerimonie, dai corpi. Appare strano il livello di cura per fare in modo che la carne non venga contaminata dalla sporcizia, mentre il livello di contaminazione di mercurio all’interno della stessa carne non è per nulla motivo di preoccupazione.

Ancora una volta i partecipanti stavano ridendo, bevendo e fumando mentre “lavoravano” i corpi. Non vi era alcun segno di consapevolezza del fatto che il corpo davanti a loro era stato in precedenza un essere senziente e intelligente terrorizzato e massacrato la sera prima “.

Nei prossimi giorni pubblicheremo altri racconti e immagini, continuate a seguirci.

 

Traduzione a cura di Francesca Capretti.

Articolo originale: https://www.seashepherdglobal.org/latest-news/bloody-fjords-witness-team5/

 

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