SEA SHEPHERD CONTINUA LA DIFESA DEL MEDITERRANEO CON L’OPERAZIONE SISO 2019.

MOSTRIAMO IL PIU’ GRANDE INQUINAMENTO DA PLASTICA DOVUTO ALLA PESCA ILLECITA NEL MARE PIU’ SOVRASFRUTTATO DEL MONDO, GRAZIE AL SUPPORTO DELL’AEOLIAN ISLANDS PRESERVATION FUND E DI SMILE WAVE E ALLA COLLABORAZIONE DEI PESCATORI ARTIGIANALI DI LIPARI E SALINA

Operazione SISO 2019

Operazione Siso 2019: dati e inquinamento da FAD illeciti

Sea Shepherd è tornata nelle acque italiane per combattere il più grande inquinamento da plastica dei fondali marini del Mediterraneo, dovuto alla pesca illecita combattendo contro:

  • Enormi quantità di plastica oggi riversata in mare e non recuperata, causando sia un inquinamento permanente nella rete alimentare (oggi aggravato dalla formazione di microplastiche nel tempo), sia un rischio per molte specie marine, tra cui alcune protette dalle Direttive Europee come ad esempio la tartaruga Caretta caretta;
  • La pesca illecita e illegale esercitata da pescatori provenienti da grandi flotte limitrofe e industriali, che calano un numero di FAD, a volte ottocento per singole imbarcazioni, ben oltre superiore i 20 consentiti dall’ordinanza locale, condizione che contribuisce a svuotare e uccidere il nostro mare e a mettere in ginocchio l’economia della piccola pesca artigianale.

FAD illeciti: i dati

Secondo studi recenti*, la presenza di FAD illeciti è di dimensioni inimmaginabili:

  • 10.000 FAD illeciti nel sud Tirreno con, stimati, 20.000 chilometri di polipropilene e centinaia di migliaia bottiglie e taniche di plastica
  • 1.596,518 FAD e 5.398,500 bottiglie e taniche di plastica sono stati riversati nel resto del Mediterraneo dal 1961 al 2017
  • La pesca INN (Illegale, Non dichiarata e Non regolamentata) che uccide molte specie arricchendo la criminalità e mettendo in ginocchio l’economia della piccola pesca artigianale.

*Fonte: pubblicazioni sul Journal of Environmental Management

I FAD illeciti, una volta spezzatosi il loro ancoraggio, diventano trappole mortali di reti di spago galleggiante in cui rimangono impigliati uccelli marini, tartarughe, cetacei e pesci ormai condannati a morte certa.

L’Operazione Siso 2019 ha visto la collaborazione di un gruppo di pescatori artigianali di Lipari e di Salina, che hanno contribuito alla campagna segnalandoci le aree maggiormente colpite dalla sovrapesca, mettendo a disposizione la loro conoscenza per la difesa del mare, unendosi alla legalità e contro la criminalità.

operazione Siso 2019

L’operazione

La strategia dell’operazione Siso 2019, in collaborazione con le autorità italiane, ha previsto l’utilizzo di due imbarcazioni di Sea Shepherd inizialmente in incognito: un catamarano di 35 piedi e un gommone veloce della Flotta di Nettuno, l’Hunter.

Uniti alla barca a vela di Roberto Soldatini, direttore d’orchestra che vive nella sua barca a vela da nove anni, che ha scelto di aiutare il Mare unendosi a Sea Shepherd.

Grazie alla collaborazione di pregio con la Guardia Costiera e la Guardia di Finanza è stata svolta una campagna di due settimane che ha permesso di individuare, mappare nel GPS e recuperare ben 77 FAD, pari a 150 chilometri di spago, centinaia di taniche di plastica, spesso ancora contenenti al loro interno materiali altamente inquinanti (es. residui di olio motore, gasolio, benzina, prodotti chimici di vario tipo).

Un’operazione di grande successo, resa possibile grazie al forte lavoro di squadra con le autorità e la comunità del mare, per formare un fronte unico di difesa del Mare e della legalità e del futuro dei nostri figli.

L’operazione è iniziata da Porto Rosa, in Sicilia, seguendo la rotta che negli anni precedenti ci aveva portato a individuare i FAD utilizzati illecitamente. Le imbarcazioni erano state attrezzate con un sistema di verricelli creato appositamente per recuperare ogni parte dei FAD, togliendo dal mare sia lo spago in plastica, sia le taniche di plastica poste in superficie.

L’azione diretta è scattata immediatamente il 12 Ottobre, in accordo e in coordinamento con la Guardia di Finanza e la Guardia Costiera: alle 9.15 abbiamo issato a bordo i primi FAD illeciti.

Ogni giorno abbiamo individuato e mappato nel GPS decine di FAD che rappresentano un sistema di pesca illecita, e un pericolo per la vita delle persone che, navigando con mare grosso, potrebbero rimanere impigliati con l’elica dei motori.

Commento di Andrea Morello Campaign Leader Operazione SISO:

Uniti, vinceremo. Il problema dei FAD illegali ha mostrato ora la sua vera dimensione: apocalittica. Da soli non riusciremo ad affrontare questi numeri nemmeno con 100 navi a disposizione.

Ma certo vinceremo coordinati alle autorità, Guardia di Finanza e Guardia Costiera in primis, con l’aiuto di chi naviga ill Mediterraneo e grazie alla conoscenza della flotta di pescatori artigianali di ogni isola, oltre al supporto dell’Aeolian Islands Preservation Fund e di Smile Wave insieme a tutti i supporter privati che ci sostengono per riportare legalità e giustizia negli oceani di tutto il mondo.

L’Oceano ci dona il 70% dell’ossigeno che respiriamo, ogni persona che navighi nel Mediterraneo dovrà scegliere di agire per fermare l’illegalità in Mare, proteggendolo attivamente come ha fatto Roberto con la sua “casa” e cambiando il destino del Mare Mediterraneo oggi il più sovrasfruttato del Mondo dai dati delle Nazioni Unite pubblicati nel rapporto “Sofia” con il 62% dei suoi stock ittici ormai al collasso.

Per tornare nel Mediterraneo contro la pesca Illegale, Non dichiarata e Non regolamentata (INN) e contro l’uso dei FAD illegali abbiamo bisogno dell’aiuto e delle donazioni di tutti per poter avere una nave stabilmente presente in difesa nel nostro Mare.

Metteremo la “prua al Mare” della più grande flotta privata in difesa di quelli che chiamiamo “nostri clienti” e cioè gli abitanti gli Oceani.

Aiutaci anche tu visitando il sito www.seashepherd.it dove, a breve, sarà possibile e doveroso per chiunque segnalare la presenza di FAD illegali in Mare anche consultando un apposito manuale per essere sicuri della loro non legalità e lasciando le coordinate con la possibilità di caricarne la foto.

Cos’è il FAD?

Il FAD è un antico attrezzo di pesca artigianale, denominate localmente “caponare” o “cannizzi” (internazionalmente conosciute come Fishing Aggregating Devices (FADs), utilizzati in modo illegale nelle acque delle Isole Eolie.

È costituito da due componenti: una galleggiante, fatta di bidoni di plastica e foglie di palma, e una di ancoraggio sul fondo, fatta generalmente di un lungo filo di polipropilene, legato attorno ad un peso di cemento o rocce che agisce come zavorra, permettendo all’attrezzo di ancorarsi a grandi profondità.

Tale attrezzo mira a catturare principalmente la lampuga (chiamato negli USA mahi mahi, o in Sicilia “capone”), un pesce pelagico migratore che transita numeroso nelle acque del Tirreno da metà – fine estate, fino alla fine dell’anno.

Attualmente, il piano di gestione locale (PdGL) delle Isole Eolie norma l’uso dei “cannizzi”, citando come segue: “Nell’area da gestire saranno individuate aree specifiche su cui ancorare i “cannizzi” e ne saranno programmati il numero (massimo 20), la posizione e la messa in opera (misura 1.4 del FEP 2007-2013).

Le aree sono assegnate tramite sorteggio ai pescatori e siglati in modo da renderli riconoscibili. Inoltre, per far fronte alla progressiva anticipazione della cattura delle lampughe che si è registrata negli ultimi anni si stabilisce la messa in posa dei “cannizzi” a partire dal 15 di settembre e l’inizio delle attività di cattura il 30 di settembre”.

Le immagini dell’operazione Siso

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Guarda il Video dell’inizio della Campagna  QUI 

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