Sea Shepherd Italia è parte della coalizione lanciata da CIWF per diffondere il risultato di Scottish Salmon 2021, le investigazioni sugli allevamenti di salmoni che causano ogni giorno enormi danni agli Animali e al Mare
Un’inchiesta condotta da CIWF – Compassion in World Farming sull’industria scozzese del salmone ha rivelato enormi sofferenze, violazioni della legislazione sul benessere degli animali e tassi di mortalità scioccanti.
L’indagine sotto copertura Scottish Salmon e il relativo report intitolato “Gabbie subacquee, parassiti e pesci morti: perché è necessaria una moratoria sull’espansione dell’allevamento dei salmoni in Scozia”, è stato diffuso da una rete globale di ONG in 30 paesi, per mostrare la realtà che si nasconde dietro agli allevamenti del famoso salmone scozzese.
In Italia l’investigazione è stata diffusa da una coalizione che comprende: Animal Equality, Animalisti Italiani, Animal Law, CIWF Italia Onlus, ENPA, Essere Animali, Jane Goodall Institute Italia, Marevivo e Sea Shepherd Italia, uniti per dare voce e diffusione a questa indagine.
L’allevamento del salmone scozzese
La Scozia è il terzo allevatore mondiale di salmone atlantico, con circa 38 milioni di pesci nati e costretti in gabbia solo nel 2019). Le esportazioni avvengono verso oltre cinquanta paesi, con il benestare del governo scozzese, che ha sostenuto un piano per la massiccia espansione dell’industria entro il 2030. L’Italia è fra i primi dieci importatori di salmone scozzese. Oltre il 96% della produzione di salmone scozzese è gestita da sole cinque aziende: Cooke Aquaculture, Grieg Seafood, Mowi, Scottish Sea Farms e The Scottish Salmon Company.
Scottish Salmon: le indagini sugli allevamenti
CIWF ha condotto indagini su 22 allevamenti, sia utilizzando la tecnologia dei droni sia, in sei allevamenti, i sommozzatori. L’inchiesta è stata condotta tra settembre e novembre 2020. In molti di questi allevamenti, gli investigatori hanno trovato gravi infestazioni di pidocchi di mare e alti livelli di mortalità.
Gli investigatori hanno testimoniato di pesci stipati in gabbie sottomarine, dove questi migratori naturali non hanno altro da fare che nuotare senza meta in condizioni inaccettabili, fino all’età di due anni. Il grado di sofferenza di questi animali è tale che la mortalità può raggiungere il 25% prima che il gruppo sia destinato alla macellazione.
“I salmoni soffrono silenziosamente, nascosti alla vista dei consumatori, in crudeli allevamenti subacquei in tutta la Scozia. Anche investigatori esperti sono rimasti scioccati da quello che hanno trovato“, ha dichiarato Sophie Peutrill, responsabile della campagna globale di Compassion in World Farming per il benessere dei pesci. “Le immagini rivelano la presenza di salmoni con deformità e malattie, occhi mancanti e grandi pezzi di carne e pelle mangiati dai pidocchi di mare. Questo è completamente inaccettabile. I salmoni sono esseri senzienti, non dovrebbero essere sottoposti a queste terribili condizioni. A livello industriale si sta fallendo nel proteggere questi animali, e questo deve cambiare. Abbiamo bisogno di fermare immediatamente la continua espansione dell’allevamento del salmone scozzese“.
Animali sofferenti e infestati dai parassiti
I pidocchi di mare sono parassiti che si nutrono della pelle, del sangue e del muco dei pesci. Il loro numero è cresciuto con l’espansione dell’industria del salmone, che non ha ancora individuato un trattamento o un metodo di prevenzione efficace, positivo per il benessere e rispettoso dell’ambiente.
I metodi che l’industria ha sviluppato nel tentativo di liberare i pesci dai pidocchi di mare, sono crudeli e inefficaci e molti pesci muoiono a causa di questi trattamenti.
Il devastante impatto sull’ambiente
Non solo l’allevamento del salmone è dannoso per gli animali, ma lo è anche per l’ambiente. I rifiuti organici e chimici degli allevamenti di salmone uccidono la vita marina sul fondo del mare. I rifiuti degli allevamenti possono portare ad una pessima qualità dell’acqua e a fioriture algali dannose.
Anche i medicinali e le sostanze chimiche utilizzate per i salmoni vengono rilasciati in mare, con danni per gli organismi marini e per tutto l’ecosistema. Inoltre, l’allevamento di pesci carnivori come il salmone, è responsabile di gran parte della pesca industriale dei nostri oceani già sovra sfruttati.
“Considerati i numerosi problemi ambientali e di benessere all’interno dell’industria scozzese del salmone, i piani di espansione sono completamente irresponsabili“, ha detto il dottor Krzysztof Wojtas, Head of Fish Policy di Compassion in World Farming.
Chiediamo al governo scozzese una moratoria sull’espansione dell’industria del salmone scozzese. Confinare le specie carnivore in gabbie subacquee e impoverire i nostri oceani di pesce selvatico per nutrirle, è pura follia. In definitiva, contestiamo il fatto che l’allevamento di pesci essenzialmente selvatici e migratori, come il salmone, possa trovare posto in un sistema alimentare sostenibile“.
L’impatto dell’industria scozzese dell’allevamento di salmone ha quindi diverse conseguenze: in primo luogo sulla vita degli stessi salmoni, in secondo luogo sull’ambiente marino che suo malgrado ospita gli allevamenti e in generale sull’ecosistema, per l’impatto della pesca industriale attuata per nutrire i pesci di allevamento.
Compassion ha scritto una lettera aperta al governo scozzese, chiedendo urgentemente una moratoria sull’espansione dell’industria ittica, al fine di eliminare gradualmente l’allevamento intensivo del salmone.
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