La flotta baleniera giapponese è appena partita ed è diretta verso il Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud. Il Capitano Paul Watson, fondatore di Sea Shepherd, ci spiega perché questa stagione le navi non verranno inviate in Antartide.
L’intenzione dei balenieri giapponesi è di commettere atti criminali di bracconaggio contro la balenottera minore (balaenoptera acutorostrata), specie protetta del Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud. Tutto questo in spregio al divieto internazionale di caccia alle balene a fini commerciali, al Santuario delle Balene dell’Oceano del Sud, alla Commissione Baleniera Internazionale (IWC) e contro la Corte Internazionale di Giustizia, la Corte Federale Australiana, l’opinione pubblica mondiale e il diritto internazionale.
La ragione per cui Sea Shepherd non sta inseguendo la flotta baleniera giapponese è semplice: Sea Shepherd non può eguagliare i sistemi di sorveglianza e la tecnologia militare del governo giapponese e la sua flotta di bracconieri.
Le baleniere sono equipaggiate con un sistema di sorveglianza satellitare in tempo reale, mentre Sea Shepherd no. Queste navi ricevono sovvenzioni da parte del loro governo per un importo pari a 50 milioni di dollari e sono supportate militarmente.
I balenieri godono del pieno appoggio governativo poiché la flotta è di proprietà dello stesso governo giapponese. Possono permettersi di perpetrare violenze senza conseguenze: se ci difendiamo in modo non violento, rischiamo gravi ripercussioni.
Sea Shepherd non ha il sostegno di alcun governo nel contrasto delle operazioni illegali giapponesi di caccia alle balene in Oceano del Sud. E per questo Sea Shepherd deve operare mantenendo senso pratico.
L’anno scorso eravamo riusciti a scovare la flotta giapponese, ma non abbiamo potuto raggiungerli poiché la tecnologia satellitare di cui disponevano segnalava in tempo reale il punto esatto in cui si trovavano le nostre navi. Purtroppo, non abbiamo modo di competere con tutto questo e la tecnologia militare a disposizione del governo giapponese va oltre le nostre possibilità.
Il Giappone ha anche approvato delle nuove leggi anti-terrorismo promulgate specificamente per fermare Sea Shepherd, leggi che permettono l’uso di violenza anche letale e prevedono punizioni severe per i nostri equipaggi. In altre parole, il mondo è cambiato, ma non a favore nostro o delle balene.
L’anno scorso siamo stati criticati da alcuni ex-sostenitori e membri dell’equipaggio per non averli raggiunti, ma la realtà è che non possiamo contrastarli.
Adesso, invece, quelle stesse persone ci accusano di non aver inviato le nostre navi in Antartide. Insomma, criticati per aver inviato le navi senza tuttavia raggiungerli e fronteggiarli l’anno scorso, e criticati per non aver spedito la nostra flotta ora.
Continuare sarebbe sciocco: spenderemmo qualche milione di dollari e parecchi mesi solo per collezionare un altro fallimento. E se per caso riuscissimo miracolosamente ad intercettare la flotta, finiremmo per essere bersaglio di violenza letale senza avere il supporto dei nostri governi vigliacchi.
Per farla breve, possiamo dire che Sea Shepherd ha fatto tutto quello che ha potuto con le risorse che aveva, in un ambiente ostile e contro un governo estremamente potente e spietato.
Ci sono tuttavia anche delle note positive.
Le megattere e le balenottere comuni sono ora fuori dalla lista delle specie cacciate.
Il numero di balenottere minori uccise si è ridotto da 935 a 333.
Sea Shepherd è costata al governo giapponese oltre 100 milioni di dollari in perdite.
Inoltre il governo giapponese sta spendendo una quantità di denaro imbarazzante per mantenere in mare la sua flotta illegale.
Infine, attraverso la serie “Guerra alle Baleniere” (“Whale Wars”), Sea Shepherd ha reso note al mondo intero le attività illegali svolte dal Giappone nell’Oceano del Sud.
Sea Shepherd ha lavorato in larga misura per produrre prove che convincessero la Corte Internazionale di Giustizia della falsità ed illegalità della presunta caccia “a fini scientifici”giapponese. Per di più, Sea Shepherd ha umiliato il governo nipponico per anni.
Tutti questi risultati, però, non sono stati ottenuti senza costi.
Gli attacchi legali del Giappone sono costati milioni di dollari a Sea Shepherd USA.
Mi è stata tolta la libertà personale di viaggiare e, nonostante siano passati cinque anni, ancora non posso andare all’estero.
Sea Shepherd ha fatto tutto il possibile e si è spinta dove nessun gruppo o governo è arrivato. Siamo andati il più lontano possibile usando le risorse a nostra disposizione.
Quindi, che facciamo ora?
Servirebbe un governo coraggioso ed eticamente motivato che sfidi il Giappone in Oceano del Sud.
L’Australia è politicamente e moralmente troppo compromessa per fare qualcosa in merito.
Il Presidente degli Stati Uniti, che recentemente ha pranzato con la zuppa di pinne di squalo in Vietnam, non muoverà di certo un dito a riguardo.
Ma, forse, lo farà la Nuova Zelanda. Il neoeletto governo neozelandese sembra incline ad agire e noi dobbiamo incoraggiarlo in questo senso.
Peters, all’incontro APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) in Vietnam, a fianco di leader e rappresentanti mondiali tra cui il primo ministro giapponese Shinzo Abe, ha rilasciato una dichiarazione in cui condanna l’uccisione di balene da parte del Giappone a fini scientifici.
Peters ha dichiarato che, mentre il Giappone invia navi baleniere verso l’Antartide, il mondo chiede una maggiore protezione degli ecosistemi oceanici. Ha inoltre sottolineato l’inammissibilità di questa situazione, in netto contrasto con le chiare raccomandazioni della Commissione Baleniera Internazionale (IWC), del suo comitato scientifico, dei suoi gruppi di esperti e contro la Corte Internazionale di Giustizia.
Dobbiamo incoraggiare la Nuova Zelanda ad affrontare in modo deciso i balenieri giapponesi nel Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud.
Quindi, per ora, le nostre energie verranno spese in questa direzione.
Nel frattempo vorrei ricordare a tutti coloro che ci accusano di non fare nulla che al momento abbiamo due navi impegnate nel Mar di Cortez in Messico per impedire l’estinzione della Vaquita e un’altra imbarcazione attiva al largo delle coste dell’Africa Occidentale per fermare il bracconaggio. Siamo inoltre in procinto di inviare una nave in difesa della Grande Barriera Corallina. Recentemente abbiamo catturato un’intera flotta cinese composta da 15 navi bracconiere nelle acque di Timor Est. Sea Shepherd sta altresì ripulendo il Mar Mediterraneo dalle reti fantasma e sta difendendo la focena nel Mar Baltico. Stiamo inoltre lavorando duramente per chiudere i distruttivi allevamenti di pesce nella Columbia Britannica; continuiamo a pulire spiagge in tutto il mondo, a difendere le foche in Canada e Scozia, a proteggere la Riserva Marina delle Galapagos facendo arrestare i bracconieri di squali. In altre parole, Sea Shepherd è impegnata in azioni dirette in tutto il mondo in difesa della vita e della diversità nel mare.
E, naturalmente, ci saranno sempre oppositori, detrattori, critici e piagnucoloni, perché questa è la realtà e il riflesso della natura umana. Facile parlare e criticare, molto più difficile agire. A queste persone posso solo dire di continuare pure a parlare di cosa dovremmo o non dovremmo fare, continuando così a fare poco o niente. Nel mentre, noi continueremo ad agire come, dove e quando potremo, lavorando incessantemente per difendere e proteggere la vita degli oceani.
Per continuare la nostra missione dobbiamo collaborare con la Nuova Zelanda e convincerla ad inviare una nave in Oceano del Sud, un messaggio deciso di opposizione alla caccia illegale di balene e in favore della tutela totale del Santuario dei Cetacei dell’Oceano del Sud.
Sea Shepherd può fare molto, ma non siamo un governo e questo è il nostro limite. Tuttavia, possiamo motivare persone e governi ed è ciò che continueremo a fare.
E semmai riuscissimo ad acquisire tanto la tecnologia quanto il supporto necessari, di certo torneremo in Antartide, ma solo nell’eventualità in cui il nostro intervento risultasse efficace.
Le nostre campagne non sono degli show. Non fingiamo di salvare balene e altre specie marine. Quello che facciamo è intervenire salvando vite e lo facciamo ogni singolo giorno in tutto il mondo.
Traduzione a cura di Noemi Pierdica.
Articolo originale: http://www.seashepherdglobal.org/latest-news/sea-shepherd-japanese-whaling/
La flotta baleniera giapponese è appena partita ed è diretta verso il Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud. Il Capitano Paul Watson, fondatore di Sea Shepherd, ci spiega perché questa stagione le navi non verranno inviate in Antartide.
L’intenzione dei balenieri giapponesi è di commettere atti criminali di bracconaggio contro la balenottera minore (balaenoptera acutorostrata), specie protetta del Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud. Tutto questo in spregio al divieto internazionale di caccia alle balene a fini commerciali, al Santuario delle Balene dell’Oceano del Sud, alla Commissione Baleniera Internazionale (IWC) e contro la Corte Internazionale di Giustizia, la Corte Federale Australiana, l’opinione pubblica mondiale e il diritto internazionale.
La ragione per cui Sea Shepherd non sta inseguendo la flotta baleniera giapponese è semplice: Sea Shepherd non può eguagliare i sistemi di sorveglianza e la tecnologia militare del governo giapponese e la sua flotta di bracconieri.
Le baleniere sono equipaggiate con un sistema di sorveglianza satellitare in tempo reale, mentre Sea Shepherd no. Queste navi ricevono sovvenzioni da parte del loro governo per un importo pari a 50 milioni di dollari e sono supportate militarmente.
I balenieri godono del pieno appoggio governativo poiché la flotta è di proprietà dello stesso governo giapponese. Possono permettersi di perpetrare violenze senza conseguenze: se ci difendiamo in modo non violento, rischiamo gravi ripercussioni.
Sea Shepherd non ha il sostegno di alcun governo nel contrasto delle operazioni illegali giapponesi di caccia alle balene in Oceano del Sud. E per questo Sea Shepherd deve operare mantenendo senso pratico.
L’anno scorso eravamo riusciti a scovare la flotta giapponese, ma non abbiamo potuto raggiungerli poiché la tecnologia satellitare di cui disponevano segnalava in tempo reale il punto esatto in cui si trovavano le nostre navi. Purtroppo, non abbiamo modo di competere con tutto questo e la tecnologia militare a disposizione del governo giapponese va oltre le nostre possibilità.
Il Giappone ha anche approvato delle nuove leggi anti-terrorismo promulgate specificamente per fermare Sea Shepherd, leggi che permettono l’uso di violenza anche letale e prevedono punizioni severe per i nostri equipaggi. In altre parole, il mondo è cambiato, ma non a favore nostro o delle balene.
L’anno scorso siamo stati criticati da alcuni ex-sostenitori e membri dell’equipaggio per non averli raggiunti, ma la realtà è che non possiamo contrastarli.
Adesso, invece, quelle stesse persone ci accusano di non aver inviato le nostre navi in Antartide. Insomma, criticati per aver inviato le navi senza tuttavia raggiungerli e fronteggiarli l’anno scorso, e criticati per non aver spedito la nostra flotta ora.
Continuare sarebbe sciocco: spenderemmo qualche milione di dollari e parecchi mesi solo per collezionare un altro fallimento. E se per caso riuscissimo miracolosamente ad intercettare la flotta, finiremmo per essere bersaglio di violenza letale senza avere il supporto dei nostri governi vigliacchi.
Per farla breve, possiamo dire che Sea Shepherd ha fatto tutto quello che ha potuto con le risorse che aveva, in un ambiente ostile e contro un governo estremamente potente e spietato.
Ci sono tuttavia anche delle note positive.
Le megattere e le balenottere comuni sono ora fuori dalla lista delle specie cacciate.
Il numero di balenottere minori uccise si è ridotto da 935 a 333.
Sea Shepherd è costata al governo giapponese oltre 100 milioni di dollari in perdite.
Inoltre il governo giapponese sta spendendo una quantità di denaro imbarazzante per mantenere in mare la sua flotta illegale.
Infine, attraverso la serie “Guerra alle Baleniere” (“Whale Wars”), Sea Shepherd ha reso note al mondo intero le attività illegali svolte dal Giappone nell’Oceano del Sud.
Sea Shepherd ha lavorato in larga misura per produrre prove che convincessero la Corte Internazionale di Giustizia della falsità ed illegalità della presunta caccia “a fini scientifici”giapponese. Per di più, Sea Shepherd ha umiliato il governo nipponico per anni.
Tutti questi risultati, però, non sono stati ottenuti senza costi.
Gli attacchi legali del Giappone sono costati milioni di dollari a Sea Shepherd USA.
Mi è stata tolta la libertà personale di viaggiare e, nonostante siano passati cinque anni, ancora non posso andare all’estero.
Sea Shepherd ha fatto tutto il possibile e si è spinta dove nessun gruppo o governo è arrivato. Siamo andati il più lontano possibile usando le risorse a nostra disposizione.
Quindi, che facciamo ora?
Servirebbe un governo coraggioso ed eticamente motivato che sfidi il Giappone in Oceano del Sud.
L’Australia è politicamente e moralmente troppo compromessa per fare qualcosa in merito.
Il Presidente degli Stati Uniti, che recentemente ha pranzato con la zuppa di pinne di squalo in Vietnam, non muoverà di certo un dito a riguardo.
Ma, forse, lo farà la Nuova Zelanda. Il neoeletto governo neozelandese sembra incline ad agire e noi dobbiamo incoraggiarlo in questo senso.
Peters, all’incontro APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) in Vietnam, a fianco di leader e rappresentanti mondiali tra cui il primo ministro giapponese Shinzo Abe, ha rilasciato una dichiarazione in cui condanna l’uccisione di balene da parte del Giappone a fini scientifici.
Peters ha dichiarato che, mentre il Giappone invia navi baleniere verso l’Antartide, il mondo chiede una maggiore protezione degli ecosistemi oceanici. Ha inoltre sottolineato l’inammissibilità di questa situazione, in netto contrasto con le chiare raccomandazioni della Commissione Baleniera Internazionale (IWC), del suo comitato scientifico, dei suoi gruppi di esperti e contro la Corte Internazionale di Giustizia.
Dobbiamo incoraggiare la Nuova Zelanda ad affrontare in modo deciso i balenieri giapponesi nel Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud.
Quindi, per ora, le nostre energie verranno spese in questa direzione.
Nel frattempo vorrei ricordare a tutti coloro che ci accusano di non fare nulla che al momento abbiamo due navi impegnate nel Mar di Cortez in Messico per impedire l’estinzione della Vaquita e un’altra imbarcazione attiva al largo delle coste dell’Africa Occidentale per fermare il bracconaggio. Siamo inoltre in procinto di inviare una nave in difesa della Grande Barriera Corallina. Recentemente abbiamo catturato un’intera flotta cinese composta da 15 navi bracconiere nelle acque di Timor Est. Sea Shepherd sta altresì ripulendo il Mar Mediterraneo dalle reti fantasma e sta difendendo la focena nel Mar Baltico. Stiamo inoltre lavorando duramente per chiudere i distruttivi allevamenti di pesce nella Columbia Britannica; continuiamo a pulire spiagge in tutto il mondo, a difendere le foche in Canada e Scozia, a proteggere la Riserva Marina delle Galapagos facendo arrestare i bracconieri di squali. In altre parole, Sea Shepherd è impegnata in azioni dirette in tutto il mondo in difesa della vita e della diversità nel mare.
E, naturalmente, ci saranno sempre oppositori, detrattori, critici e piagnucoloni, perché questa è la realtà e il riflesso della natura umana. Facile parlare e criticare, molto più difficile agire. A queste persone posso solo dire di continuare pure a parlare di cosa dovremmo o non dovremmo fare, continuando così a fare poco o niente. Nel mentre, noi continueremo ad agire come, dove e quando potremo, lavorando incessantemente per difendere e proteggere la vita degli oceani.
Per continuare la nostra missione dobbiamo collaborare con la Nuova Zelanda e convincerla ad inviare una nave in Oceano del Sud, un messaggio deciso di opposizione alla caccia illegale di balene e in favore della tutela totale del Santuario dei Cetacei dell’Oceano del Sud.
Sea Shepherd può fare molto, ma non siamo un governo e questo è il nostro limite. Tuttavia, possiamo motivare persone e governi ed è ciò che continueremo a fare.
E semmai riuscissimo ad acquisire tanto la tecnologia quanto il supporto necessari, di certo torneremo in Antartide, ma solo nell’eventualità in cui il nostro intervento risultasse efficace.
Le nostre campagne non sono degli show. Non fingiamo di salvare balene e altre specie marine. Quello che facciamo è intervenire salvando vite e lo facciamo ogni singolo giorno in tutto il mondo.
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Articolo originale: http://www.seashepherdglobal.org/latest-news/sea-shepherd-japanese-whaling/
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