Il mese scorso Sea Shepherd è tornata nel Mediterraneo e ha dato il via alla settima stagione per Operazione SISO, in tutela della fauna marina nel Mar Tirreno in collaborazione con le autorità italiane. 

“Dopo solo pochi giorni abbiamo già salvato numerose vite e sequestrato attrezzature da pesca illegali nelle acque calabresi e raccolto informazioni al largo della costa settentrionale della Sicilia”, ha affermato il coordinatore della campagna Andrea Morello, Presidente di Sea Shepherd Italia.

L’equipaggio della Sea Eagle, composto da volontari provenienti da tutto il mondo, ha iniziato le attività con il recupero in soli quattro giorni di oltre 15 km di palangari abbandonati, con centinaia di ami letali, destinati alla cattura di grandi pesci pelagici. Questa attrezzatura, spesso abbandonata alla deriva, rappresenta una grave minaccia per tutta la vita marina, incluse le specie a rischio estinzione.

Tra gli animali attratti dalle esche, c’era una grande tartaruga Caretta caretta. “La tartaruga stava lottando strenuamente, trascinando quasi due metri di pesantissima lenza”, riferisce un volontario.
Durante una faticosa operazione notturna, l’equipaggio è riuscito a liberare la tartaruga senza ferirla e l’ha trasportata in buona salute alla più vicina stazione della Guardia Costiera.

L’operazione si è protratta fino all’alba, l’equipaggio di Sea Shepherd ha salvato e rilasciato in mare numerosi altri animali marini, tra cui una coppia di grandi lampughe, numerose razze e diverse specie di tonni. Hanno liberato un bellissimo tonno rosso di 80 kg, spesso vittima della pesca illegale in questo periodo dell’anno, nonostante i tanti divieti e restrizioni pensati per tutelare la specie

Avviata nel 2018 per combattere le attività di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) che affliggono il Mar Tirreno, l’obiettivo di Operazione SISO continua ad espandersi, e a rafforzarsi con accordi con partner locali e le autorità italiane. Oggi Sea Shepherd pattuglia incessantemente le acque costiere italiane dal Parco Nazionale delle Cinque Terre alle Isole Eolie, equipaggiata con la nave pattuglia Sea Eagle, il catamarano Conrad, un RHIB (gommone a chiglia rigida, N.d.T.) ) e un drone.

Oltre ad agire contro i bracconieri e l’uso di trappole illegali e altri attrezzi da pesca come le reti da posta derivanti, anche note come “muri della morte” per il loro impatto devastante sugli ecosistemi marini, il nostro equipaggio rimuove e smantella sistematicamente anche la maggiore fonte di inquinamento da plastica mai documentato nel Mar Mediterraneo: i FAD, sistemi di aggregazione di pesci. Queste attrezzature illegali composte da lenze di plastica e detriti galleggianti attirano densi banchi di pesci che si concentrano in un luogo circoscritto. Questo porta alla sovra pesca e a numerose inutili catture accessorie.

“Grazie ai pattugliamenti di Sea Shepherd e alla collaborazione con le autorità italiane, Operazione SISO ha raggiunto traguardi significativi. Negli ultimi quattro anni nelle acque tirreniche nessun capodoglio è stato ucciso da reti spadare (attrezzature illegali per la pesca del pesce spada), e si è registrata una riduzione del 70% delle attività di pesca illegale. Questo evidenzia il ruolo cruciale della campagna nel preservare la biodiversità marina e garantire un ambiente sano per le generazioni future.”

“Grazie ai pattugliamenti di Sea Shepherd e alla collaborazione con le autorità italiane, Operazione SISO ha raggiunto traguardi significativi. Negli ultimi quattro anni nelle acque tirreniche nessun capodoglio è stato ucciso da reti spadare (attrezzature illegali per la pesca del pesce spada), e si è registrata una riduzione del 70% delle attività di pesca illegale. Questo evidenzia il ruolo cruciale della campagna nel preservare la biodiversità marina e garantire un ambiente sano per le generazioni future.”

Andrea Morello, Presidente di Sea Shepherd Italia

Andrea Morello, Presidente di Sea Shepherd Italia

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L'equipaggio di Sea Shepherd con la Sea Eagle. Foto di Claire Foster/Sea Shepherd Global.

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